L’avventura ci divide, il destino ci unisce: non è la frase finale ad effetto di un filmone come Casablanca, anzi è esattamente l’opposto della scena finale, con i due amanti che si separano dopo una lunga avventura amorosa, ognuno seguendo il proprio piccolo destino. La frase vuole essere l’avvio di una piccola riflessione su due termini, avventura e destino, che ultimamente, nonostante siano stati declassati dal termine interazione, nell’era del cyberspazio, potrebbero ritornare in auge in un periodo di turbolenze, di guerre infinite e sfiancanti come quella d’Afganistan, di pseudo-avventure retoriche per la libertà d’Occidente, ma anche di fatalismi di ritorno, religiosi o meno che siano, bellicosi o semplicemente rassegnati, quel tipo di rassegnazione che vedi anche in parte degli europei, specialmente nei giovani, un cattivo fatalismo, si direbbe, così come lo era la cattiva infinità di Hegel. Leggi tutto "Apologhi e apolidi – parte III: Paesi novamente retrovati"
Apologhi e apolidi – parte I: “Per la mia gente parlerà lo spirito”
Alessandro Raveggi
Questo è il primo di quattro brevi articoli sulla condizione apolide in cui sto versando negli ultimi tempi della mia vita. Vogliono essere, nel loro intento, piccoli interrogatori di avanscoperta e riconciliazione, pizzicamento di vie di fuga tracciate da un punto fisso e dolente, ripensamento dopo l’allontanamento. Agiscono attraverso l’esposizione a un occidente estremo, quello del Messico e delle Americhe, lontani ciononostante dalla moda post-coloniale del diverso. Saranno appunti per la ricucitura di una storia personale, intima, quella si potrebbe dire italiana, sebbene in un senso lato e, se non fosse uggioso il termine, glorioso: storia di miei illustri “vicini di casa”, come Vespucci, figlio del Castello di Montefioralle nel Chianti, di politici visionari come il fiorentino Dante, e artisti della luna come il, di poco lontano, pisano Galileo. Leggi tutto "Apologhi e apolidi – parte I: “Per la mia gente parlerà lo spirito”"