Lorenzo Esposito, enrico ghezzi
Lo spazio di Renoir è il fiume. Elena et les hommes ( Eliana e gli uomini, 1956), film straordinariamente politico, si chiude sull’onda di volti e corpi in grande parata (…si vede e si pensa alla parata di ballerine dalle cosce obnubilanti di French Cancan, 1955). La donna è sulla spiaggia e su questa spiaggia potrebbe stare tutto Michelangelo Antonioni. Ma nel gioco non ci sono regole, ogni volta che il piccolo teatro si mette in moto si critica e ci critica sul senso stesso del giudicare, “la tragedia è che ciascuno ha le sue ragioni”. Ma è un unico tessuto, un “arazzo”, come dice Renoir (La Marseillaise – La Marsigliese, 1938). Grande illusionista, capace di affrontare tutte le scissioni che il cinema da sempre apre in continua macchinazione di immagini (si veda Tire-au-flanc, 1927, geniale smagliatura della guerra o Le Testament du docteur Cordelier – Il testamento del mostro, 1959 –, mutazione della mutazione). Apolide patriottico, la sua terra è il cinema, e La carrozza d’oro (Le Carrosse d’or, 1953), film alchemico per eccellenza, lussurreggia da un set all’altro miracolosamente in bilico prima del trionfare rosselliniano del tempo informe e perciò da riassettare. Il grande teatro inganna il tempo tra un partie de campagne e un dejeneur sur l’herbe, del resto Renoir ripete spesso che è sempre utile lasciare aperta una porta sul set.
Prosegue oggi, e durerà per tutta la pausa estiva della programmazione di alfabeta2 , l’anticipazione a puntate di un testo sul cinema di Lorenzo Esposito ed enrico ghezzi, che verrà pubblicato – col titolo kafkiano Il film più vicino – il prossimo autunno: nel quarto volume, dedicato al Tempo pieno , dell’” enciclopedia delle arti della modernità” diretta per Electa da Achille Bonito Oliva . Nel volume le trentadue “variazioni” saranno precedute da un dialoghetto fra i due autori, dal titolo À rebours . Ringraziamo gli autori e l’editore per il permesso accordato a questa anticipazione.
A.C.