Antonella Sbrilli
Archiviata la raccolta della A, con cui abbiamo giocato la volta scorsa (vedi risultati qui sotto), la ricerca delle lettere alfabetiche nelle opere d’arte di qualunque epoca e tecnica si sposta alla L.
Come abbiamo detto per la A, la lettera non deve fare parte di una parola, ma risaltare in una tessitura di segni o di colori, apparire in una struttura, emergere da una rotazione e così via.
Per quanto riguarda la L, per esempio, in un dettaglio dell’installazione Time Square (2010) dell’artista turco Şakir Gökçebağ le lancette di alcuni orologi segnano una L maiuscola stampatello; ma sono tante le elle corsive, minuscole, apostrofate che si trovano sparse nelle opere più diverse.
Le immagini si possono inviare, come al solito, all’indirizzo redazione@alfabeta2.it o via Twitter agli account @alfabetadue e @asbrilli, usando l’hashtag #alfagiochi.
Risposte al gioco “A cercasi” di domenica 5 febbraio 2017
Nella tavola qui riprodotta, le A arrivate in risposta al gioco del 5 febbraio sono disposte come su una tabella dello Scarabeo. L’intento è quello di aggiungere a mano a mano le altre lettere, fino a riempire il tabellone con tante “Alfabeta” composte dalle immagini inviate.
Intanto, ecco la tavola delle A. Un gioco nel gioco è quello di riconoscere da quali opere sono tratte: chi vuole può avventurarsi nel riconoscimento, sapendo che su Twitter si trovano tutte le immagini qui raccolte, con l’hashtag #alfagiochi.
Viola Fiore trova la A nei moduli di Giuseppe Capogrossi, in composizioni dove “Il segno è tutto. Tutto è segno” e poi in Licini, il pittore dell’Amalassunta, e in Schifano, dove la A si rivela in una vela.
Ninninedda riconosce la A dissimulata in oggetti, in nature morte, in parti del corpo, nel portale della cattedrale di Rouen dipinta da Monet, nell’intreccio della boscaglia in un dipinto di Henri Rousseau e inoltre trova il titolo del gioco “A cercasi” nel testo di Occidentali’s karma, la canzone di Francesco Gabbani che ha vinto il Festival di Sanremo.
Sandra Muzzolini individua la A nella pittura di Afro e di Kandinsky, nelle torri Eiffel stilizzate di Delaunay, nelle sedie di Hockney, in un quadro ruotato di Stuart Davis.
Luigi Scebba cerca e trova le A in un fotogramma di Eyes wide shut e più classicamente in una composizione (che sembra un rebus) di Carrà.
Elena Lago la scova nel compasso del Newton di William Blake. E se per Biancaluna la A per antonomasia è la lettera scarlatta del romanzo di Hawthorne, per Maria Cristina Torti appare in una foto di Martha Graham di Steichen, con la ballerina in posa piramidale. E la piramide è una A “primigenia” per Superfuido, che la segnala in un paesaggio di Tano Festa e poi nell’Autunno di Twombly.
La A di Mirò - la cui pittura è una specie di alfabeto figurato fatto di “miroglifici” - è proposta da Miss Mary, che la vede anche nella forma delle ali di Psiche nel gruppo scultoreo di Canova.
“A come Arte” è la tavola del gioco-abbecedario di Giuseppe Stampone mandata da Massimo Rosa; infine una colonna di lettere si affastella in un’opera di Max Ernst inviata via Twitter dal giocatore che si firma con il segno [A], giocatore che nel suo profilo @qlcsaltro presenta la foto di una mano che scrive righe di lettere “a” su una pagina di quaderno elementare.
Elaborazione grafica della tavola a cura di PiùPop di Carlotta Barillà e Rudimante Belardi