Vorrei sbagliarmi. Guardo la mappa del continente euroasiatico e cerco di immaginare l'evoluzione degli eventi. In Giappone, dove il primo ministro discende da una famiglia di alti dignitari nazisti, c'è un movimento nazionalista che invita a mangiare cibi che vengono da Fukushima. Kamikaze dell'insalata.
In India hanno eletto premier un violento induista responsabile del massacro della moschea di Adjodia che si prepara a imporre un programma di riforma neoliberista. Milioni di profughi nei territori della guerra civile interislamica. Il califfato si insedia a poca distanza da Israele. E Israele massacra ogni giorno i reclusi di Gaza.
Al confine orientale d'Europa si aggirano i fantasmi delle guerre del '900. La società europea sacrificata sull'altare delle banche: la disoccupazione cresce il salario crolla, la generazione precaria costretta ad accettare lo schiavismo che ora si chiama lavoro volontario. In Europa i nemici dell'Unione sono quasi dovunque vincenti. E la società pare indifesa in balia degli sciacalli perché la competizione tra precari distrugge le condizioni stesse della solidarietà.
Vorrei sbagliarmi, ma l'orizzonte del secolo che avanza sembra orribile. Vorrei sbagliarmi e credo che mi sbaglio. Certo quello che vedo è un futuro da zombie, ma quello che non vedo, quello che si nasconde quello che mi sfugge, quello che solo adesso sta nascendo, è più importante. E poi lo sanno tutti: i profeti sono noiosi e deprimenti. Ma per fortuna sbagliano spesso.
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L'erba vorrei cresce anche nel giardino del re... Dal 2 agosto ogni giorno le voci dei collaboratori di alfabeta2 esprimeranno un loro desiderio. Ogni sogno resta sogno perché troppo poco ancora gli è riuscito, si è compiuto. Perciò esso non può dimenticare ciò che resta, in tutte le cose mantiene la porta aperta [Ernst Bloch].
Su alfa+più potrete seguire anche il Festival del film di Locarno (dal 6 al 16 agosto) con le Lettere helvetiche di Ilaria Bussoni. Vi proponiamo infine le 31 ricette di Alberto Capatti per una estate alfasensoriale.
Un nazismo qui, una guerra lì (neanche nuova), una tensione laggiù, ed ecco che il mondo è finito. I profeti sono noiosi e deprimenti.