Roberta Durante
1
aspettavo un segno:
un fiore che cadendo dall'alto
mi bucasse la testa per crescere dentro
e uscirmi dagli occhi tra i denti dal naso
e io con la faccia (per una volta)
fare il vaso
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di solito il castello era abitato da gatti
quella sera ci fermammo lì a dormire
e i gatti ci lasciarono in camera un topo morto
fuori i cipressi e la nebbia:
la vita (come sempre) era in noi
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quel posto predisponeva tutti all'attesa:
il gatto si leccava
io giocherellavo coi capelli
le margherite a centrotavola si strappavano i petali
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avevo sempre un fiore in mano
sempre lo stesso
e lo mettevo dietro l'orecchio
oppure mi stringevo il gambo tra i denti
a volte lo mettevo in tasca ma tornava sempre fuori
e mi finiva in bocca in mano tra i capelli
come se fossi la sua terra
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forse di notte oppure una volta ch'ero stanca
fingevi di baciarmi forte
invece mi cucivi la bocca
ma bene senza mostrare il filo
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di notte la luna e le stelle
si staccavano dai pinnacoli della Sagrada
quando tornavamo a casa
stavano tutte in cielo:
e i pinnacoli bastoncini di lecca-lecca finiti
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riuscire a guardarti dentro
mi aveva tolto l'essenziale (la voce le mani)
ti aprii ancora un poco la bocca
in cerca del cuore: batteva!
mentre tu mi rubavi colle dita il nasino
Da Club dei visionari
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