Thor Vilhjalmsson
III
Dovremmo urlare o sussurrare
o muti recitare versi non nati
quello che credi
quello che credi
quello che credi di dire
quello c he potresti dire
quello che ti potrebbe accadere di dire
Il mare
Un tempo si chiamava…
Qui non tiscalda né il sole né
il mio canto
cerca sull’erba gessosa
le ali ingessate
dell’uccello che
un tempo si chiamava falco
e non volerà mai più.
Da Thalatta: cinque poesie al mare
Dove, oh dove?
Le giostre sui loro perni
non ruotano più
non tritano grani di sabbia né di polvere
rugginiscono e basta
mentre signore gentili che prima
guardavano
coi sorrisi bonari in occhi vacui
avvizziscono e svaniscono
marciscono
appena più sagge oppure no
eppure
né grida né risa di bimbi
a turbare la scena di foglie cadute in autunno
tutto perduto
chissàdove
dove?
altrove
per ogni dove
dove?
Da Il mare blu profondo, pardon l’oceano
Traduzione di Silvia Cosimini