Alessandra Carnaroli
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e queste chi le salva?
e da questi chi ci salva?
e la gente chi la cura?
calpestare l'oblio è salvare occhicartasottopelle
“È la carica delle "sorelline" dell'autrice di Acciaio. Tutte rigorosamente under 30. Puro business o, come giurano gli editor, una spinta creativa finalmente libera da ideologie e gabbie del passato?”
Parli di madre e io che ho fatto fuori tre creature dalle gambe dai budelli mi scappavano i capelli
Corti lisci biondi
Li vedevi il collo il cordone il sangue venivano da te li attacchi?
Amore amore mio con quelle unghiette ma dove vai
T´attacco
Ai seni ai denti sotto il braccio
Ti porto
Parli di carne
E io che per un anno non ho mangiato niente
Ho perso il sangue
Il colore
Delle scarpe
Buttavo il pane tra la gente
Cresceva
Niente
Questa bambina
Che non aveva neanche le cosine
Tra le gambe
Era di filo
Parli di botte
E io che sotto le coperte avevo freddo
E congelavo in un sacchetto
Vedevo il pugno e aspettavo il mio pezzetto
Di dente rotto
Che mi finiva nella cacca il giorno dopo
E dopo ancora
Cosa racconti
Cosa mi dici
E io che vivo vivo
Scrivo e perdo tutto
Oggi ho deciso
Mi lavo nel prosciutto
Il grasso inchiostro e svengo
Io son poeta
E faccio croste di pelle
Da vendere a cinque euro
Per chi le succhia
* * *
Per Salvatore e gli altri
Ci dovevamo sposare fra un mese
fra un mese mi dava l’anello
io già una volta l’avevo messo lui anche
però questo è diverso non ti puoi vestire di bianco
ma un vestito buono lo metti lo stesso
Lui la giacca con la cravatta
Io rosa come i fiori del pesco
E nostra figlia ci portava gli anelli
dall’orefice ti danno anche il cuscino
li devi legare perché se ti cascano porta male
Invitavamo tutti anche i figli dell’altra
facevamo la festa al ristorante mettevamo la musica coi dischi
Mica lo potevi pagare un cantante
uno sceglie o la torta o il cantante
Adesso qui ci sono tutti i mariti le mogli i dottori col camice bianco
sembra che mi sfottono
Sembra che loro ce l’hanno e il mio resta d’avanzo
C’è la luce che casca come la pioggia
poteva cadere prima dal mastello di cristo
e spegnere tutto
Signore gesù chi me l’ha fatto?
magari è un tuo dispetto
che non volevi che stavo così tanto senza sposarmi
Mi dovevo sposare subito quando rimanevo incinta la seconda volta
cristo ha fatto scoppiare la guerra
gli ha bruciato la tuta e il collo
voleva il portafoglio la fototessera l’abbonamento dei trasporti
Adesso chi ci porta a casa
Ci porta mio figlio grande
Che tanto qui dentro non ci fanno vedere
Neanche un capello
Se gli è rimasto attaccato
Dicono che adesso è tutto bruciato
Ma stamattina ancora era nuovo
Pulito e sbarbato
Gli ho scaldato anche il caffè due volte
perché a lui il caffè freddo non gli piace
E quando fa tardi
Io glielo riscaldo perché per me questa è una cosa da moglie
Adesso però non me lo fanno neanche vedere
Lo tengono nell’incubatrice come se è appena nato
E invece è uscito dal fuoco
Gli è scoppiata una bombola in faccia
E addosso non c’aveva niente
C’aveva la tuta
C’aveva il casco
Ma cosa gli fa la tuta al fuoco
Gli fa un baffo
E adesso dobbiamo tornare a casa
Dobbiamo pregare
C’è la lavatrice accesa che consuma
C’è i panni da stirare
Queste cose non le fate più succedere
Non fate morire quelli che fra un po’ si devono sposare
Non fate morire un genitore
Le famiglie
I figli che vanno a lavorare
Cristo signore ci deve mandare l’angelo custode
A governare le fabbriche
Ci deve pensare lui
Alla vernice
Alle bombole
A questi che lasciano per sempre
Le camice spente
Nell’armadio
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Salvatore C. aveva 55 anni
Ho letto che ieri è morto
Ha lottato da matti
C’è una pubblicità sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
Che invita mogli mariti padri e cani a fare attenzione
Perché la moglie incinta il cane il figlio
Non resti solo un ricordo
Come se a bruciare vivo uno lo facesse apposta
Salvatore C. due mesi fa si doveva sposare
Non date a lui la colpa.
Una risposta a “lamiseria”
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