Prezzosorgente.com, Il Mercato senza mercanti, è una piattaforma ideata da Pino Tripodi che nasce con l’obiettivo di creare, promuovere diffondere sistemi di produzione e relazioni sociali basati :
- sulla totale assenza della catena commerciale nella compravendita delle merci, dei prodotti, delle opere, dei servizi e del lavoro
- sulla cooperazione e sull’autonomia dei produttori,
- sui principi di responsabilità , reciprocità e Coproduzione
- sul Prezzo Sorgente e sull’ Autocertificazione dei prodotti,
- sulla massima tracciabilità dei prodotti e dei prezzi,
- sugli Atti di sensibilità planetaria.
ottima idea e anche molto attuale, quasi ovvia. Come si fà però
a rimuovere tutta la struttura commerciale attuale alla quale,
per altro, il consumo si è o è stato modellato?
Un esempio pratico: la grande distribuzione offre grande varietà
di prodotti a prezzi diciamo adeguati alla concorrenza di pari
natura, cioè non ha senso discernere tra Esselunga e Coop, il
sistema è lo stesso. Il fatto è che la clientela è compiaciuta nel
poter comprare uva argentina a Marzo o vini australiani al prezzo di quelli italiani, tutti disponibili contemporaneamente
nello stesso magazzino. Se tali prodotti hanno fatto migliaia di
chilometri in nave o aereo, hanno prodotto inquinamento, etc. non gliene frega niente a nessuno; diciamo che le banane insegnano. Ora se l’alternativa del produttore locale, l’agricoltore diciamo, porta al mercato con mezzi propri, quei prodotti adeguati alla stagione, anche a un prezzo più esiguo
(da verificare) la domanda non ne risentirà cioè la grande
distribuzione continuerà a beneficiare della propria posizione
dominante.
Si potrebbe magari nelle grandi città organizzare dei punti di
vendita in cui raggruppare vari produttori proponendo cioè
un servizio di spaccio dal produttore al consumatore e per fare
ciò occorrerebbe una contenimento dei costi sui trasporti e
confezionamento e utilizzare spazi messi a disposizione da enti
pubblici tipo comuni etc contenendo o annullando i costi di affitto. Altresì allargando al massimo la qualità dell’offerta sempre però collegata alle produzioni locali e, infondo, che i
prezzi di vendita siano congrui per il produttore e il compratore. Ad esempio un formaggio pecorino nella grande
distribuzione si può pagare da 12 a 18 eur al chilo secondo
provenienza e qualità. Il pastore o comunque il produttore avrà ricevuto 5 o 6 eur al chilo e naturalmente si lamenta.
La differenza di prezzo è andata per i costi di trasporto, distribuzione e guadagni vari. Ora se il pastore o produttore
presenta il proprio formaggio per la vendita diretta non può
chiedere 15 eur al chilo perchè vi sarebbe poco beneficio per
l’acqirente. Sarebbe quindi opportuno, in questo caso, proporre questo pecorino a 10 eur migliorando così la condizione di entrambi i soggetti. Non è facile.
Tutta la questione andrebbe studiata con grande rigore e qualche soluzione forse scaturire. Attenzione però: la grande
distribuzione è salda e la gente ha poca voglia di rompersi le
scatole. Scusate la fretta.
Sono a disposizione per analisi più approfondite, e ce ne sarebbero.
25.10.10